Comune di San Sperate - Comunicazione - 00/2010

Cultura - PRENDAS DE SARDEGNA

Oggetto: Cultura - PRENDAS DE SARDEGNA

Anno
2010
Settore
Turismo
Tipo
Comunicazione
Numero
0
Data inizio pubblicazione
08/03/2010
Data fine pubblicazione:
00/00/0

Vanità, magia, devozione e storia. Intorno a questi temi si è articolata la ricerca Prendas sui gioielli, gli amuleti e i riti magici in alcuni paesi del Campidano. Finanziata dalla legge 26/97, per la tutela e valorizzazione della lingua e della cultura sarda, ha interessato i comuni di  Burcei, San Sperate, Settimo San Pietro e Sinnai, col coinvolgimento degli artigiani locali, degli appassionati e delle donne che praticano riti per la guarigione.

Dal progetto – ideato da Valeria Sanna e realizzato dalla Associazione Malik con la direzione  artistica di Alberto Soi – emergono analogie e differenze, derivanti dalla storia di ciascuna  comunità. In ogni comune si è mantenuta l’arte delle pratiche di guarigione tramite is brebus,  formule trasmesse di madre in figlia da generazioni e ancora oggi la popolazione si rivolge a  queste donne per la guarigione di malanni derivanti dal malocchio. Le differenze più  significative, riguardanti l’uso dei gioielli in quanto tali più che come amuleti, derivano  essenzialmente dalla prosperità passata di ciascun paese: non stupisce allora che Sinnai e Settimo  San Pietro vantino a questo proposito un patrimonio decisamente superiore a quello di Burcei e San Sperate.

Il sito si configura come il primo passo per la creazione di un portale sul gioiello sardo e si  articola in una parte generale e in sezioni dedicate a ogni paese. Una vasta campagna di ripresa  fotografica di collezioni di gioielli private e pubbliche, ricerche iconografiche d’archivio su  foto d’epoca che dimostrino le consuetudini d’uso dei gioielli, interviste dal preciso carattere  etnografico registrate e montate in clip filmati costituiscono i contenuti visivi di  www.prendasdesardegna.it integrati da un ricco corredo testuale di approfondimento.  Durante la ricerca è stata usata la lingua sarda e sono state riconosciute e rispettate le  sottovarianti linguistiche di ogni comunità. Tutto il materiale prodotto è bilingue, in sardo e in  italiano.


 

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