Inondazione del 20 Ottobre 1892

Dalla dominazione Vandalica
ai nostri giorni

Parlando della storia di San Sperate, non si può evitare di menzionare l’inondazione avvenuta il 20 ottobre 1892. Fu un fatto davvero terrificante: dopo una lunga giornata di pioggia, verso le undici e mezza di notte, il Riu Mannu e il Riu Flumineddu (s’arriu de is argiolas) riversarono sul paese tutte le acque che avevano accumulato dai paesi limitrofi, causando enormi disastri. Il livello delle acque superò il metro e cinquanta. Nel paese, che all’epoca contava solo 1735 abitanti, i morti furono 69 e vennero tutti sepolti in una fossa comune nel cimitero di San Giovanni.
I soccorsi non poterono arrivare prima del 23 ottobre poiché le acque avevano invaso anche i paesi vicini di Decimo, Assemini ed Elmas. Per fronteggiare l’accaduto, le autorità civili e religiose rivolsero un appello umanitario e molte furono le offerte destinate ad alleviare le pene degli abitanti di San Sperate: ad appena 24 ore dal disastro, la Deputazione Provinciale di Cagliari spedì, ad esempio, 200 chilogrammi di pane da distribuirsi tra i danneggiati della inondazione, mentre il  Comitato esecutivo di soccorso pei danneggiati dell’inondazione nei Comuni della Provincia s’interessò dell’acquisto di capi di vestiario da spedire ai danneggiati più bisognosi.
A ricordo di quest’inondazione, che il popolo di San Sperate ha sempre definito s’unda de Santu Sparau (l’onda di San Sperate), in Piazza Croce Santa, fu eretta una grande croce.
La drammaticità di questo fatto si coglie anche in una nota Canzoni Sarda, pervenuta sino ai giorni nostri che è attribuita ad un cantastorie di Siliqua, Sebastiano Piras.
Questo triste avvenimento è stato inoltre fonte d’ispirazione per un libro intitolato S’unda manna scritto da Alfonso Spiga, uno scrittore di San Sperate, da cui è stato tratto lo spettacolo teatrale dall’omonimo titolo, allestito dalla compagnia
la maschera che ha riscontrato un grosso successo di pubblico e di critica.
 


Anni 40: ritratto di famiglia
 
 
 
 
 


Anni cinquanta: ponte sul fiume
Riu Mannu