Comune di San Sperate - Comunicazione - 90/2021

San Sperate piange la scomparsa di Mario Fulghesu

Oggetto: San Sperate piange la scomparsa di Mario Fulghesu

Anno
2021
Settore
Istituzionale
Tipo
Comunicazione
Numero
90
Data inizio pubblicazione
08/05/2021

Mario Fulghesu

Nato a San Sperate il lontano 24 ottobre del 1936 Mario Fulghesu questa notte, alla soglia degli ottantacinque anni, ci ha lasciato. È stato, tramite il teatro, uno dei protagonisti del movimento culturale che da oltre cinquant’anni anima il paese museo.

Mario proveniva da una famiglia numerosa come lo erano quasi tutte quelle di quegli anni difficili, famiglie che hanno conosciuto la guerra, la fame e tante difficoltà. Era composta da quattro fratelli e quattro sorelle (a conferma della sua vocazione sembra quasi il titolo di un film), cinque da parte della prima madre (Mario era il più piccolo di questi) e tre dalla seconda. Il padre si risposò quando, tornando dalla guerra, si ritrovò vedovo.

In un’estrema sintesi potremo inquadrare la storia di Mario come quella di un talento rubato all’agricoltura e all’edilizia. Infatti pur provenendo da un paese dedito all’agricoltura, ed essendo un provetto e geniale muratore, decise di utilizzare le sue capacità al servizio di una delle discipline più nobili e antiche al mondo: quella del teatro e della recitazione.

Gestualità, eleganza, memoria e una naturale predisposizione alla battuta, che arrivava immediata e spontanea, lo hanno portato a interpretatare importanti pagine del teatro non solo speratino ma dell’intera Sardegna. Per questo sento di potermi permettere di affermare che Mario con il suo percorso, le sue scelte e le sue capacità, può essere ricordato oggi come uno dei più importanti interpreti del teatro sardo del suo tempo.   

 

il percorso

Nell’ottobre 1964, con la messa in scena della commedia in lingua sarda "BASCIURA" di Antonio Garau, nasceva la Compagnia Teatrale LA MASCHERA, Mario apparteneva a quel primo gruppo come promotore e attore. A quel primo nucleo partecipava, per comprenderne lo spessore, anche un giovane artista Speratino, lo scultore Pinuccio Sciola.

Negli anni della contestazione giovanile la neonata Compagnia, insieme a Mario, iniziava a incassare i primi riconoscimenti. Nel 1976 ebbe insieme alla stessa l’importante opportunità di partecipare alla rassegna ARTE E AMBIENTE della biennale di Venezia. L’intento era principalmente quello di tutelare e salvaguardare la Lingua, la Cultura, la Storia e le tradizioni della Sardegna portando in scena le commedie in limba di Antonio Garau. Mario dimostrerà in questi anni tutte le sue potenzialità e capacità contribuendo notevolmente, insieme agli altri componenti storici della compagnia, al successo di queste rappresentazioni in tutti i teatri e le piazze dell’isola.  

Tra i tanti camei in cui Mario ebbe modo di essere protagonista al di fuori della sua compagnia, il più importante fu sicuramente  nel 1977 la partecipazione in una parte del film “Padre Padrone” di Vittorio Taviani. Ai nipoti Mario amava raccontare che, nelle scene in cui era chiamato a recitare, capitasse di frequente che il regista sentenziasse “buona la prima”. Allo stupore degli operatori, abituati a assistere alla ripetizione di più volte della stessa scena da parte degli attori Mario, con il suo tipico umorismo, amava sottolineare ironicamente “ labai ca innoi non seusu principianti eh”. Non avevano idea con chi avessero a che fare, la spontaneità e la capacità di immedesimarsi immediatamente in una parte, o in un personaggio, di cui Mario era in possesso erano eccezionali .

Aggiungo: la sua carriera avrebbe meritato maggior riconoscimento e fortuna  per il suo valore.

Nel 1985 ci fu una svolta importante, si iniziò veramente a pensare che un mestiere potesse realmente concretiizzarsi tramite il teatro, la cultura. Una questione di cui ancora oggi si discute, ancora oggi molti guardano gli operatori della cultura come fossero semplicemente dei volontari, se non una sorta di “hobbisti”, e non si rendono conto che si tratta di un lavoro vero e di elevata professionalità. Mario, insieme alla sua compagnia, fu un precursore anche in questo. Erano convinti che dalla Cultura potessero nascere posti di lavoro e per proprio questo motivo da associazione si costituirono in Cooperativa. Questi sono anche gli anni dove la compagnia riesce, sempre con Mario tra i protagonisti, a far parlare in Sardo Molière e Plauto facendo ricorso ai classici.

 Nel 1990 la ora Cooperativa La Maschera è uno dei gruppi che danno vita all'Associazione Regionale del Teatro Etnico, una delle cinque compagnie Sarde più rappresentative.

 

Riconoscimenti

Sono anni di grande vitalità dove Mario continua a essere grande protagonista, sempre dedito ed entusiasta, sempre con il sorriso e la battuta fulminante a portata di scena, anni che culminano nell’edizione di Cuncambias del 2009 con una serata dedicata alla sua carriera nella quale gli viene reso omaggio. Successivamente, nel 2014, gli viene assegnato l’ambito riconoscimento a cura del comitato promotore del turismo sostenibile di San Sperate “La Pesca d’oro”.  Riconoscimento condiviso con la sua più fedele e longeva compagna di scena, la bravissima Ida Pillittu.

Mario ci ha lasciati questa notte, un malore lo ha portato via in modo in parte inaspettato. Ormai non si occupava quasi più di teatro, la compagnia cercava  comunque quando era disponibile di coinvolgerlo. La gestualità, la battuta continuavano a non mancargli ma, la memoria iniziava a venir meno. Come poteva, un attore preparato, bravo, attento e scrupoloso qual era accettare di continuare a recitare senza ricordare con precisione battute o monologhi lunghi e complicati? Come avrebbe potuto, in queste condizioni, sentirsi dire con sua grande soddisfazione “buona la prima” e schernire gli operatori che si sorprendevano di questo?

No! questo non poteva accettarlo, meglio fermare quelle braccia che avevano deciso di fare altro. Probabilmente per il nostro Mario tutto questo significava, dopo una vita dedicata al teatro e alla recitazione, morire già un po’.

Mario e Ida

Non si può ricordare Mario senza pensarlo insieme a Ida.

Una coppia affiatata e incredibile, le loro esibizioni riuscivano a suscitare risate e emozioni forti di commozione. Entravano nell’anima con la loro gestualità, le loro parole e con una sintonia che il pubblico, che ha avuto la fortuna di assistere alle loro rappresentazioni, percepiva immediatamente anche se non si era cultori del teatro. Ingenuamente la mia fantasia, i ricordi di ragazzo giocano sempre brutti scherzi, gli accosta alla celebre coppia americana che spopolava negli anni 30: Fred Astaire e Ginger Rogers. Sicuramente si tratta di coppie molto diverse tra loro ma che, nell’immaginario collettivo, rimarranno indivisibili per sempre.

Mario e Ida la risposta del teatro sardo alla commedia americana di Fred e Ginger, entrambi ci fecero sognare in gioventù.

Addio Mario

Se ne va dunque un altro pezzo importante del nostro paese, se penso alla compagnia che lo aspetta lassù, in cielo o chissà dove, mi viene da pensare a tutto quello che potranno combinare di nuovo insieme.  Sicuramente uno spettacolo epico.

Che la terra ti sia lieve Mario, grazie per averci fatto sorridere, averci fatto emozionare e un po’ anche sognare.

Enrico

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