La
carenza di pietra, materia prima fondamentale per la costruzione delle
abitazioni, dovette condizionare fortemente l’edilizia in tutti i tempi,
soprattutto nell’antichità.
Nelle aree pianeggianti,
come quelle del campidano e dell’agro di San Sperate, in cui è difficile
reperire la pietra, furono allora adoperati i mattoni crudi di terra argillosa
e paglia tritata, essiccati al sole, i "ladiris", che divennero ben presto
la materia prima più importante dell’edilizia dall’età nuragica
ai tempi nostri.
Di dimensioni modulari,
grosso modo costanti nei diversi bacini dove se ne fa uso, i mattoni di
fango sono elementi propri dell’architettura mediterranea.
Essi vengono intonacati
soltanto quando la parete è particolarmente esposta ai venti dominanti
la cui azione produce un rapido sfarinarsi degli stessi e, unitamente all’acqua
piovana, la perdita delle capacità portanti.
Mattoni crudi durante
l'essicazione al sole
Di solito, nel luogo in cui
si costruivano i mattoni, era presente un pozzo o una cisterna da cui si
attingeva l’acqua necessaria alla loro lavorazione.
Le fasi di lavorazione erano
le seguenti: si zappava, a circa venti centimetri di profondità,
una quantità di terra tale da consentire la sola produzione dei
mattoni della giornata (che variava da 200 a 250), togliendo gli eventuali
sassi che potevano dar luogo a difetti nella costruzione degli stessi.
Successivamente s’impastava
la terra con acqua, in modo da ottenere un impasto che non fosse né
troppo morbido e né troppo consistente.
A questo impasto veniva
poi aggiunta la paglia e, con una zappa abbastanza larga e l’aiuto dei
piedi, si amalgamava omogeneamente il tutto lasciandolo riposare per tutta
la notte.
Via Risorgimento: opera
in Ladiri
"Su Muru Pringiu"
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Anni cinquanta: fabbricazione
dei mattoni
Consentono la fabbricazione
di abitazioni al tempo stesso armoniose e funzionali al particolare clima
mediterraneo, quasi subtropicale delle zone del Campidano del sud: calde
ed asciutte d’inverno, fresche d’estate.
Attualmente si assiste ad
una sua rivalutazione, specialmente nel restauro delle abitazioni dei Centri
storici del Campidano. A tale scopo, è sorta recentemente
a San Sperate la Cooperativa "Terra".
Come si preparavano:
Era necessario trovare un
punto in cui la terra usata come materia prima, fosse abbastanza argillosa
e possibilmente priva di sassi.
Per la costruzione dei mattoni
si usava la paglia, tagliata minuziosamente, che veniva mischiata alla
terra allo scopo di rendere i mattoni più resistenti.
Esempio di abitazione
in "ladiri"
in via San Giovanni
La mattina del giorno successivo,
con l’aiuto di apposite forme rettangolari, si modellava l’impasto, e lo
si lasciava essiccare al sole per almeno due giorni, mentre la sera si
ripeteva il lavoro necessario per preparare l’impasto da modellare la mattina
seguente.
Una volta essiccati, i mattoni
venivano controllati e puliti da eventuali imperfezioni, quindi venivano
accatastati ed erano così pronti per essere usati per la costruzione
dei muri delle case.
Il lavoro di produzione
dei mattoni era stagionale in quanto si svolgeva solo in estate appunto
per avere la sicurezza che durante il giorno ci fosse il sole, necessario
per il loro essiccamento.
Gli attrezzi occorrenti
ad effettuare questo tipo di lavoro erano i seguenti: piccone, zappa larga,
rastrello, cazzuola, carriola, forma ("su sestu") e bacinella. |