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Anticamente, il matrimonio era un avvenimento di grande gioia e partecipazione, festeggiato non solo dal parentado, ma anche da quasi tutta la popolazione. I preparativi, s’apparicciu, iniziavano circa un mese prima del matrimonio, quando i parenti aiutavano la sposa a preparare il corredo, is arrobbas, che veniva riposto in grossi canestri is canisteddus. La domenica che precedeva sa coja, lo sposalizio, le donne si sistemavano i canestri sul capo e li portavano in comitiva a sa domu de is isposus, la casa degli sposi. I mobili, erano invece trasportati sui carri trainati dai buoi (is carrus de is bois) o da cavalli (is cuaddus)
I dolci e il pane venivano sistemati nei canestri e la sera prima del matrimonio, entrambe le famiglie portavano tutto ciò che si era preparato a casa dello sposo, per essere poi trasportati, al suono delle "launeddas" e della fisarmonica, nella casa dove si sarebbero svolti i festeggiamenti: generalmente la casa dello sposo o quella di un parente. Il pranzo era preparato dai genitori degli sposi assieme ad alcuni parenti. Esso consisteva in un primo piatto a base di brodo di gallina ripiena, pudda a prenu, e malloreddus (gnocchetti sardi). I secondi piatti erano invece a base di carni arrosto: in particolare agnello, maialetto e pollo. Il giorno del matrimonio, la sposa veniva aiutata a vestirsi dalla sarta, alla presenza della madre. I colori degli abiti erano in prevalenza beige, rosa antico e grigio perla. Sul capo veniva indossato un fazzoletto di seta pura Su muccadori 'e seda del medesimo colore dell’abito, mentre le spose più agiate portavano un lungo foulard anch’esso di seta pura. Lo sposo, con i propri parenti ed amici, si recava a casa della sposa, dove il padre di costui chiedeva ai genitori il consenso di portare via la figlia. In tempi ancor più remoti, invece, lo sposo usava scegliere tra i suoi amici un intermediario, su paralimpu, che aveva il compito di entrare in casa della sposa e chiedere la sua mano. Egli, nel frattempo, restava fuori dalla porta finché non veniva invitato ad entrare. Alcune volte su paralimpu era un poeta e improvvisava la richiesta in forma di mutettu, o comunque in versi. Costui precedeva il corteo recando in mano due candele che il sacerdote accendeva davanti agli sposi durante la cerimonia nuziale.
sposa portano a casa dello sposo il pane, la carne e i dolci che serviranno per il banchetto. |
1911: fidanzamento Lungo tutto il camino s’intonavano
i
mutettus sugli sposi: canti allegri che trattavano spesso temi ironici
e piccanti. 1927: matrimonio All’uscita dalla chiesa,
c’era l’usanza di benedire gli sposi con il rito de s’arazia. Esso
consisteva nel gettare sugli sposi, formando per tre volte il segno della
croce, grano, sale, petali di rosa, soldi e caramelle contenuti in un piatto
che poi veniva rotto. |